Nella corposa ed importante bibliografia italiana sulla caccia alla Lepre e sull’utilizzo del cane da seguita in tale caccia, i pochi riferimenti alla Lepre Variabile Alpina sono per lo più superficiali e inesatti perché riportati dagli autori “per sentito dire”. Di conseguenza, le credenze invalse in chi (credo l’ assoluta maggioranza dei cacciatori segugisti italiani) non ha mai cacciato questo magnifico selvatico, sono del tutto distorte. Ad esempio, è opinione abbastanza comune che il comportamento della Lepre Variabile sia completamente diverso da quello della Lepre Comune (addirittura più simile a quello del coniglio selvatico) e che cacciarla con i segugi non sia altrettanto affascinante, difficoltoso e tecnicamente valido. Niente di più errato! Il vantaggio per i segugi, quando c’è, non deriva dal comportamento della specie (Lepre Bianca), del tutto simile a quello della Lepre Comune, ma, semmai, dagli stessi fattori che influenzano, positivamente o negativamente il lavoro del segugio sulla flebile usta della Lepre (Comune o Bianca che sia). A mio modesto avviso questi fattori sono sostanzialmente tre: 1) l’età del soggetto e le conseguenti esperienze dirette a contatto con l’uomo e i segugi che ne determinano un comportamento assai diverso (attenzione, diffidenza, scaltrezza…..); 2) l’ambiente in cui vive la lepre (altitudine, conformazione geografica, esposizione, antropizzazione….); 3) le condizioni atmosferiche e metereologiche………….Clicca per aprire e leggere tutto l’articolo
